Su e giù per le Rive Rosse Camminar cercando 2024
Si terrà nella giornata di Sabato 29 Giugno 2024 la prima edizione di “SU E GIU’ PER LE RIVE ROSSE – CAMMINAR CERCANDO (E POI MANGIANDO)
Il Gruppo Micologico Biellese, nell’ambito delle iniziative di convivialità tra soci, sostenitori e supporter dell’Associazione, organizza a fine mese di Giugno 2024, una imperdibile iniziativa che sarà occasione, sia per conoscersi tutti quanti meglio, camminando per boschi e per sentieri, di uno dei territori più selvaggi e belli del Biellese orientale, le cosiddette RIVE ROSSE, che per iniziare a cercare i primi funghi di stagione.
LE RIVE ROSSE
Un territorio in gran parte selvaggio, costituito da antichissime rocce vulcaniche effusive che, di fatto costituiscono parte della caldera del Supervulcano del Sesia. Rocce vulcaniche che affiorano, colorando di rosso, l’intero territorio a cavallo tra il sistema pedemontano biellese e l’alta pianura biellese-vercellese. Graniti e porfidi quarziferi che, a causa dell’erosione impressa dai fenomeni meteorologici, in primis neve, pioggia e gelo, formano anche vaste zone caratterizzati da sabbioni detti “sabbioni arcosici“.
Terreni acidi, o anche fortemente acidi, che ospitano una ricca varietà di specie fungine, per lo più termofile, sui caldi versanti esposti al sole del mezzogiorno, e mesofile, nei più ombrosi e freschi versanti esposti a nord e ad est.
Un territorio che ospita anche una ricca flora, in cui non mancano alcune specie endemiche tipiche dei nostri monti. Flora di antica origine pre-glaciale, che si è conservata e poi è evoluta autonomamente, diversificandosi dalla flora del resto della nostra penisola, grazie alla protezione che il Supervulcano del Sesia ha offerto durante le ere glaciali.
Tra queste ricordiamo l’Erica carnicina (Erica carnea) che in zona forma un suo particolare endemismo, con fioriture tardo primaverili, anziché tardo autunnali, come di norma avviene con le altre eriche.
Le Rive Rosse ospitano anche alcune tra le ultime colonie ancora presenti in Italia dell’elegante felce Osmunda regalis, una felce che un tempo abitava quasi tutti i caldi ambienti palustri, e che oggi è in forte regresso, a causa della perdita degli aerali, dell’avanzata dell’agricoltura e dell’uso smodato che si fa di diserbanti e fertilizzanti, azoto in primo luogo.
Benché assai rara, in zona si trova anche l’insolita Centaurea bugellensis (Centaurea Uniflora ssp. Bugellensis), altro endemismo tipico del Biellese orientale, una sorta di fiordaliso rosa che, a cavallo tra l’alta Valsessera, i monti di Bielmonte-Valdilana (Argimonia-Rubello-Civetta) ed il Monte Barone trova il suo aerale ideale in cui poter fiorire, differenziandosi da tutte le altre centauree presenti sulle Alpi, pur essendo piuttosto simile alla Centaurea endemica delle Alpi Carniche e Giulie.
Querceti, ed in minor misura castagneti, costitutiscono la flora arborea del territorio. Tra le Querce, il Rovere, la Roverella ed il Cerro. Abbondante anche l’Orniello che condivide l’aerale delle Querce nei caldi boschi termofili.
Sui terreni più rocciosi, l’Orniello forma alberelli dall’aspetto di bonsai; qua in primavera fiorisce un’altra specie che non è endemica del territorio, ma che nel resto del Biellese risulta assai più rara. Molto bella, la Saponaria ocymoides, sui costoni rocciosi locali forma in primavera, graziosi cuscini fioriti di colore rosa.
I boschi delle Rive Rosse in passato, hanno subito pesanti danni, causati da infelici mani umane che a più riprese hanno incendiato il territorio, sperando di poterlo destinare a pascolo o all’agricoltura, dimenticando però che i terreni rocciosi locali non erano tutti affatto adatti a questo scopo e che le abbondanti piogge che cadono su suoli rocciosi, finiscono sempre per erodere il sottile strato di terreno fertile, lasciando a nudo le rocce sottostanti. Ne è dunque conseguito un lungo periodo di assenza di specie arboree di grande taglia, seguito poi da vasti rimboschimenti, alcuni dei quali sono stati effettuati con la piantumazione di querce, localmente anche Quercia canadese, e soprattutto conifere, in gran parte di Pino Silvestre e Pino Nero, quindi anche di Abete di Douglas e Pino Strobo.
Il territorio più esterno delle Rive Rosse, quello che affaccia sulla sottostante Pianura Padana, nel corso degli ultimi decenni si è caratterizzato per la ripresa dell’agricoltura, con la coltivazione, non più di alberi da frutto, come accadeva in passato, ma di viti ed ulivi che, grazie al clima ad influenza sempre più mediterranea, possono prosperare con produzioni per ora abbastanza di nicchia di olio, ma con ottime produzioni di vino, per lo più provenienti da uve Nebbiolo. Noti sono già il Bramaterra DOC e il Coste della Sesia DOC.
Il Bramaterra DOC è il vino che, sin dal 1914 si produce nei comuni di Masserano, Brusnengo, Curino, Roasio, Villa del Bosco, Sostegno e Lozzolo. Si ottiene dalle uve di vitigni Nebbiolo (Spanna) dal 50 all’80%, Croatina fino ad un massimo del 30% e Uva Rara (Bonarda novarese) e Vespolina da sole, congiuntamente fino ad un massimo del 20%.
Piuttosto sovrapponibile al territorio del Bramaterra quello vocato alla produzione del vino Coste della Sesia DOC, sia rosso che rosato e/o bianco, che si produce nei comuni collinari delle province di Biella e Vercelli, da Mottalciata, Candelo, Vigliano Biellese, Valdengo, Quaregna/Cerreto, Cossato a Lessona, Masserano, Brusnengo, Curino, Roasio, Villa del Bosco, Sostegno, Serravalle Sesia, Gattinara e Lozzolo.
Questo vino è prodotto nella versione rosso o rosato con Nebbiolo (Spanna) minimo 50%, altri vitigni a bacca rossa non aromatici locali per il rimanente 50%. Il Coste della Sesia Nebbiolo o Spanna è prodotto con Nebbiolo (Spanna) per un minimo dell’85%, il rimanete 15% può essere composto da altri vitigni non aromatici locali. Coste della Sesia Vespolina è prodotto con Vespolina per un minimo dell’85%, il rimanente 15% può essere composto da vitigni non aromatici locali. Coste della Sesia Croatina richiede un minimo dell’85% di Croatina, il rimanente 15% può essere composto da vitini non aromatici locali. Infine Coste della Sesia bianco dev’essere prodotto con il 100% di vitigni Erbaluce.
I FUNGHI DELLE RIVE ROSSE
Famosa in passato, la ricca produzione di funghi delle Rive Rosse. Nel corso degli ultimi decenni però, il progressivo abbandono dei boschi, la malattia del Castagno e soprattutto le distruzioni inferte dagli alloctoni cinghiali, hanno fatto sì che la gran parte delle produzioni fungine andassero perdute.
I Castagneti, dopo aver superato la fase più critica dell’infestazione del Cinipide Galligeno, hanno mostrato timidi segnali di ripresa con scarse produzioni di Porcini nelle specie Boletus edulis – Il Porcino chiaro autunnale e Boletus pinophilus o pinicola, Porcino rosso questo però, relegato quasi esclusivamente ai territori collinari del Mortigliengo orientale e Sostegno. Scarsa la presenza del Porcino Estivo (Boletus reticulatus / B. aestivalis / Porcino Estatino).
I Querceti, un tempo assai produttivi in termini di funghi, oggi risultano per lo più “arati” o addirittura “vangati” dai cinghiali. Prima delle devastazioni inferte dai cinghiali in zona si potevano trovare i Porcini Estivi, il nobile Porcino Bronzino Boletus aereus – Porcino Nero e diverse varietà di Boleti tipici dei boschi termofili tra cui il Boleto Reale (Butyriboletus regius, il Porcino Reale), il Butyriboletus appendiculatus, il Lanmaoa fragrans – Boletus fragrans ed altri.
Si possono trovare ancora abbondanti le Mazze di Tamburo (Macrolepiota procera la vera Mazza di Tamburo), i ricercatissimi Ovoli Reali Amanita caesarea – Ovolo buono e da pochi anni a questa parte, anche un fungo alieno-tropicale, giunto in zona grazie alle spore disseminate nell’aria dalla locale industria di lavorazione del caffé, questo proveniente dai tropici, la graziosa Amanita erythrocephala – Nuova specie fungina in Italia.
SENTIERI E PISTE CICLABILI
Nel corso degli ultimi anni, il territorio delle Rive Rosse ha visto una vera e propria esplosione di escursionisti provenienti non soltanto dalle province di Biella e Vercelli, ma anche dal resto del Piemonte e persino dalla vicina Lombardia.
Molti i camminatori, i trekkers, ma soprattutto i bikers che affollano i numerosi circuiti ben tracciati e ben curati. In zona sono infatti presenti il BIKE PARK RIVEROSSE e il Rive Rosse Enduro (oltre al circuito La SOPRANISSIMA). Itinerari MTB con ottimi dislivelli, fino a 908 mt di salita, percorsi fino a 2:40 ore di sentieri e singletrack per MTB, panorami mozzafiato e pendenze fino a 17%, con ben 5 trail maggiori a disposizione e molti altri minori. A disposizione anche una Scuola di Mountain Bike per bambine/i e ragazze/i in frazione Cacciano di Masserano/Parco Arcobaleno, organizzata dal Team Rive Rosse.
Data la ricca presenza in zona dei bikers che percorrono in Mountain Bike i numerosissimi sentieri e mulattiere, si raccomanda la massima prudenza nel percorrere a piedi questi circuiti. In zona transita infatti anche il sentiero delle Rive Rosse N10 GRANDE TRAVERSATA DEL BIELLESE che in zona parte dalla Diga della Ravasanella di Asei, raggiunge la Cima Terla 436 mt, il Monte Cicogna, e presso il Santuario della Madonna degli Angeli di Brusnengo di divide nei sentieri N10A e N10B scendendo a Curino Chiocchetti oppure a Brusnengo Forte da dove prosegue per il Rongio Camillo, e Rongio Superiore di Masserano fino a Masserano.
SU E GIU’ PER LE RIVE ROSSE, CAMMINAR CERCANDO (E MANGIANDO) 2024
IL PROGRAMMA DELLA GITA DEL GMB
Sabato 29 Giugno 2024, il Gruppo Micologico Biellese sarà in zona con una piacevole gita per boschi e vigneti.
Data la grande offerta di piste-sentieri e boschi offerti dal territorio, e dato anche un certo grado di difficoltà e lunghezza che caratterizza alcuni di questi sentieri, il GMB ha scelto di venire incontro alle necessità dei partecipanti, offrendo loro la possibilità di scegliere il percorso che gli è più congeniale, tra un percorso lungo di media difficoltà ed uno decisamente più breve, facile, adatto a tutti coloro che non amano particolarmente camminare o i percorsi impegnativi.
Alle ore 9:00 è previsto (per i partecipanti al percorso lungo) il ritrovo davanti alla Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina, in Piazza Santa Caterina di Casa del Bosco di Sostegno. Si prosegue poi, sempre in Piazza Santa Caterina, 7 dove si visiterà il MUSEO DEL BRAMATERRA.
► FUNGAIOLI/CAMMINATORI ESPERTI – SU E GIU’ PER LE RIVE ROSSE
Attorno alle ore 9:15/9:20 il gruppo imboccherà il sentiero M64 STRADA TRAVERSAGNA in direzione della Cappella della Madonna di Oropa o del Pastorino, sconfinando in provincia di Vercelli, comune di Roasio dietro ai colli Monte Cincignone e cima Bramaterra, con successivo rientro in territorio di Sostegno/Casa del Bosco dove si attraverseranno i vigneti del Bramaterra e attraverso il Sentiero della Bramaterra si proseguirà per Orbello, Corticella e Roasio Santa Maria, giungendo quindi all’Azienda Agricola LA RONDA di Roasio Santa Maria, Via Pietro Micca, 75 dove attorno al mezzogiorno è previsto il PRANZO con prodotti tipici locali, innaffiati da ottimi vini locali prodotti dalla stessa Az. Agricola.
► FUNGAIOLI E CAMMINATORI “DELLA DOMENICA” – IN DISCESA DALLE RIVE ROSSE
Ritrovo alle ore 10:45 in Piazza S. Caterina e visita al Museo del Bramaterra. Ore 11:15 inizio passeggiata attraverso le vigne dell’Azienda Vitivinicola “Barboni” (circa 1,5 km), con arrivo in azienda e pranzo tra le ore 12:00 e le 12:30.
Il Pranzo di mezzogiorno avrà un costo di 17 € per i Soci del Gruppo Micologico Biellese, di 22 € per tutti gli accompagnatori/altri.
Iscrizioni aperte, contattando il GMB o contattando il Presidente via chat Whatsapp, specificando a quale dei 2 percorsi si intende partecipare.
Rientro a Casa del Bosco per strade o boschi a proprio piacere.
A tutti i partecipanti alla gita è richiesto abbigliamento adeguato, eventuale ombrello tascabile e soprattutto scarponi da bosco.
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